Sul decollo è meglio sorvolare, la cosa più interessante da guardare sono quelli che ti spiegano come salvarti la vita in caso di ... è meglio non pensarci. Una volta giunti ad alta quota l'aereo inizia a vibrare e ad avere scossoni ferrosi in tutta la sua forma. Siamo in balia di Zeus e dei suoi capricci. I miei occhi si chiudono e si riaprono a intermittenza regolata dai vuoti d'aria che subiamo. Qualcuno intorno a me intuisce il mio stato d'animo e cerca di farmi coraggio con parole che non riesco a sentire.
"Sono le nuvole, sono il vento, sono la pioggia..." mi ripeto in una sorta di yoga e inizio a respirare in maniera regolare. "Sono i vuoti d'aria, sono leggerezza, sono i fulmini lontani..." e la cosa inizia a funzionare! Riesco veramente a calmarmi e la cosa buffa è che la mia mente si allontana dalla fisicità del mio corpo in volo e raggiunge dimensioni lontane. Sono davvero là fuori sotto forma di nuvola e goccia di pioggia, abbandono l'aereo e divento vento che si burla della gravità, il mio cuore iniza ad avere battiti sempre più lenti, aderenti alla cadenza della respirazione. "Tutto questo è bellissimo..." aprendo gli occhi lo dico ad alta voce nel momento dell'atterraggio. La persona di fianco a me risponde "sì, altro che treno ... 50 minuti e siamo a Roma!"
15.1.10
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento