13.10.09

Cambio di stagione

Mi piace fare il francese, d'altronde mi chiamano Francesco; da ventisei anni.


Ora è ottobre e capita, come giusto che sia, di perdere il fiato ogni tanto mentre si parla.


"Ehm, cioè, tipo" sono le mie preferite. Di queste parentesi sonore che colmano i vuoti le mie labbra sono ormai sazie.
Si cambia stagione e l'inverno è gravido di nuovi colori, che si intrecciano fra loro in un gioco di nebbie e neon intermittenti, a sbalzi vocali, a pioggia nelle tasche. La cosa importante è avere delle buone scarpe, resistenti nel tacco, ma anche spalle ferme sapienti come cinesi nella tecnica del respiro.


Il Segreto è nell'aria. Quanta ne sai inglobare, come ne fai uso, in che proporzione la saboti.


Le mie foglie vocali come in autunno sugli alberi.


Il vento agita le nostre emozioni d'abitanti di città e le porta lontano, assieme alle polveri sottili e ai gas di scarico, nelle campagne al sapore di castagna, dall'odore di terra, di erba.
In che modo riuscirò a superarmi?
Per quanto possa grattarmi la testa non c'è niente che io possa fare, è un fatto di postura. E lo specchio in questo caso è un amico.

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